Una mostra internazionale che presenta una selezione di fotografie dell’omonima mostra che la Società Olivetti organizzò nel novembre del 1969 a Parigi
A partire dai documenti storici che l’Archivio conserva e valorizza, nell’ambito di un protocollo d’intesa con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, si apre al museo eporediese la mostra 1969. Olivetti formes et recherche, una mostra internazionale che presenta una selezione di fotografie dell’omonima mostra che la Società Olivetti organizzò nel novembre del 1969 a Parigi, che proseguì a Barcellona, Madrid, Edimburgo e Londra, per concludersi infine a Tokyo nell’ottobre 1971.È il secondo appuntamento espositivo ad Ivrea, nell’ambito di un progetto di valorizzazione delle collezioni di fotografia della Società Olivetti che trova una proficua stagione di collaborazione tra il Museo Civico Pier Alessandro Garda e l’Associazione Archivio Storico Olivetti, con il contributo scientifico e curatoriale di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino.
A cinquant’anni anni dalla prima esposizione, la mostra odierna ricostruisce e restituisce non soltanto i contenuti di quella storica mostra, curata dall’architetto Gae Aulenti per la Società Olivetti, ma anche la storia dei personaggi che gravitavano dentro e intorno alla Direzione delle Attività Culturali Olivetti e a quella cerchia: da Giorgio Soavi a Lord Snowdon, da Ettore Sottsass a Mario Bellini, da Renzo Zorzi a Italo Calvino.
La mostra si sviluppa attraverso le immagini originali dell’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea con l’obiettivo, oltre che di rievocare la stagione effervescente e dinamica di quegli anni, anche di proporre un pensiero che, con incredibile e ancora attualissima modernità, coniugava arte, industria, design, produzione e creazione di valore, a partire dal mondo del lavoro. L’esposizione costituisce, quindi, anche un’occasione unica per il pubblico di conoscere un grande modello di impresa responsabile, la cui “immagine” è portavoce della cultura creativa più avanzata del tempo e oggi riconosciuta come patrimonio dell’UNESCO.