Una mostra che ha come principio ispiratore la necessità comune a tutti gli esseri umani di dare un senso alla propria vita.
Sarà inaugurata sabato 7 novembre alle ore 16.30 questa mostra che ha scelto come principio ispiratore la necessità comune a tutti gli esseri umani di dare un senso alla propria vita, capace di sottrarre alla caducità e allo scorrere del tempo il valore della propria storia individuale. Il percorso espositivo propone diversi significati che l’arte ne ha rappresentato, nel tentativo di fissare un’immagine lungo quel nastro di durata definita che è il tempo di vita concesso ad ognuno.Una prima sezione, dedicata alle passioni, propone la visione di scelte estreme, perpetrate per valori assoluti ma anche dedicate a istinti primordiali e non necessariamente virtuosi. Quali sono le passioni cui vale la pena dedicare la vita o addirittura il proprio sacrificio? I visitatori saranno invitati in prima persona a prendere parte ad un gioco che nasconde una presa di posizione, e di conseguenza un necessario interrogarsi sul valore che domina e guida la loro vita.
La mostra si snoda poi nella sezione dedicata ai ritratti. Qui, ad accogliere il visitatore è un percorso labirintico lungo il quale i volti di uomini e donne testimoniano, con i loro sguardi, le riflessioni e le risposte che si sono dati nel tempo alle domande sul senso della vita, dell’esistenza e dei modi più adatti per viverla e affrontarla.
L’esposizione pone a confronto alcune opere provenienti dalla collezione Croff con altre provenienti da acquisizioni e donazioni di privati cittadini: nello spazio che si crea tra il dono del privato e l’accoglienza del pubblico si colloca quel concetto di comunità che nella città di Ivrea gode di un significato ancora più profondo, trovando i suoi presupposti teorici nel pensiero di Adriano Olivetti.
Questo aspetto si riverbera nell’allestimento della mostra all’interno della sezione dedicata al paesaggio, dove città affollate di vita e ambienti naturali, spazi cittadini e luoghi immaginari formano un possibile racconto in cui natura e uomo si incontrano tra equilibri e conflitti.
Le stesse provenienze delle opere descrivono anche un altro dei modi in cui uomini e donne possono decidere di perpetuare loro stessi: il dono, punto di arrivo di chi, giunto a un certo punto della propria vita, coglie che il lascito, la concessione, ma soprattutto il desiderio di condivisione nella gratuità del gesto è forse una delle scelte che maggiormente arricchisce di senso un’esistenza.
Dunque, la vita è troppo breve per essere vissuta senza passioni, senza leggerezza o senza rispetto per l’ambiente che ci circonda. Per cos’altro è troppo breve la vita? Ognuno potrà dirlo, e lasciare traccia del suo pensiero all’interno della mostra, che sarà custodito nella memoria del Museo!