In occasione della quinta edizione del Festival della Lettura La Grande Invasione il Museo Civico Pier Alessandro Garda ospita la mostra Lorenzo Mattotti: Ghirlanda e altri mondi.
I lavori dell’artista sono pubblicati e esposti in tutto il mondo; collabora con Le Monde, il New Yorker e altre riviste internazionali.Disegnatore, pittore, illustratore, viaggiatore e molto altro ancora, Lorenzo Mattotti, attraverso le sue opere in bianco e nero o le sue tavole coloratissime, trasporta spesso il visitatore in mondi eclettici e surreali.
Il percorso della mostra eporediese si articola in quattro sezioni legate proprio a questi mondi, le prime due sono incentrate su classici della letteratura italiana L’Orlando Furioso e Pinocchio.
I personaggi, le imprese di valorosi cavalieri dell’immaginario ariostesco emergono graffianti in un turbinio di immagini per restituirci il personaggio di Orlando reinterpretato in chiave contemporanea; una figura dal fascino inesauribile, che già aveva catturato la creatività di artisti come Tiziano, Guido Reni, Fragonard, Doré.
Gli inchiostri di Mattotti sono il frutto della sua personale ricerca: in un’intervista asserisce che “Il mondo, le persone, i drammi, gli amori, tutto deve passare attraverso il filtro della memoria e delle emozioni. Ed è lì, in fondo a quel pozzo interiore, che bisogna andare cercare la materia delle immagini”. Tale interiorità è percepibile nel segno scuro, cupo dei neri e dei seppia che caratterizza il suo immaginario Orlando Furioso. Si delinea così un viaggio che è al tempo stesso interiore ed esteriore: una discesa nel buio della mente del protagonista, ottenebrata dalla follia, e in paesaggi enigmatici che sfidano il lettore a decifrarli.
Ad un altro classico della letteratura per ragazzi, Pinocchio, è dedicata la seconda sezione della mostra. Le colorate tavole realizzate per dare vita alle indimenticabili scenografie dell’omonimo film di Enzo D’Alò (2012) si affiancano qui alle drammatiche immagini del volume Le avventure di Pinocchio (Rizzoli Milano Libri 1991; Fabbri editori 2002; Einaudi, 2008), testimonianza del work in progress di un artista che nella storia di Collodi sembra trovare i nodi originari della propria ispirazione.
Con Pinocchio, icona universale saldamente radicata nel nostro immaginario, Mattotti ha instaurato un dialogo costante, pressoché ossessivo. Nel mutante per eccellenza, protagonista di una narrazione che è essa stessa metamorfosi, l’artista trova una sfida feconda per la sua opera in perenne trasformazione, per il suo sguardo attento a cogliere il momento di passaggio in cui una forma è sospesa tra ciò che era e ciò che sarà.
Dal caleidoscopico mondo di Pinocchio la mostra ci fa addentrare in quello fantastico del Mistero delle Antiche Creature, come il Gatto Falena, i Pesci Cervo, il Trillo Albino, l’Airone Lepre, la Piuma della Notte sono ritratti ognuno nel suo habitat naturale, o meglio surreale. Affascinanti creature che rivivono in una sorta di gioco di specchi, un bestiario che prende vita in vibranti pastelli. Una contrapposizione tra la quotidianità e un mondo altro, innocente e incontaminato, al quale si può accedere solo se si ha il coraggio di oltrepassare il muro che ne segna il confine.
Conclude la mostra la sezione dedicata all’ultimo sforzo creativo di Mattotti durato ben dieci anni Ghirlanda, dove i disegni in bianco e nero dell’illustratore si uniscono ai testi di Jerry Kramsky (già scrittore del testo del “Mistero delle Antiche Creature e da sempre sodale dell’Artista).
Le immagini, rigorosamente in bianco e nero, morbide e suggestive ci portano alla scoperta di un mondo fantastico abitato da creature meravigliose, tra cui il pacifico popolo dei Ghir. Traendo ispirazione da un sogno, l’illustratore si è lasciato guidare dalla fantasia e dal tratto della penna per dare vita a una narrazione spontanea e sorprendente. In quest’opera dal respiro epico, Mattotti ci regala un universo allegorico in cui ha ritrovato l’antico piacere di disegnare.
Completamente eseguite a china le tavole di Ghirlanda trovano le loro radici nei taccuini di schizzi che regolarmente Mattotti realizza dall’inizio della sua carriera, realizzati al pennino, e nella ricerca sul bianco e nero degli ultimi anni: potenti e fitte pennellate di china.
Il tutto sboccia in un’esperienza di disegno che marca un ulteriore sviluppo nella sua personale ricerca: un’evoluzione leggera, giocosa, vitale e piena di senso del meraviglioso.
Mattotti durante un’intervista a Fabio Gambaro ha descritto la sua attività d’artista e questa sua descrizione sembra perfettamente adeguata per illustrare il percorso della mostra eporediese. “La mia attività può anche sembrare disordinata e senza un centro ma, se guardo meglio, mi sembra di vedere una coerenza: la ricerca costante dell’immagine che non descrive ma illumina, un’immagine che ci apre le porte di un mondo segreto. Poi, certo, io sono uno che sconfina sempre, da un genere all’altro, da una tecnica all’altra, ma proprio questo movimento in molte direzioni mi ha permesso di esplorare il mondo delle immagini in piena libertà. Senza dimenticare che disegnare per me è anche un modo per appropriarmi di quegli istanti della vita che di solito fuggono via velocissimi. Disegnare quindi è un modo per vivere intensamente. E questa, naturalmente, è una grande fortuna”.
La mostra è stata allestita con il contributo della Fondazione Guelpa di Ivrea
e con il patrocino della Regione Piemonte e della Città di Ivrea.
Realizzata in collaborazione con La Grande Invasione, Galerie Martel di Parigi
Curatori
- per La Grande Invasione: Carlo Ardissono
- per il Museo Civico Garda di Ivrea: Paola Mantovani, Alessia Porpiglia e Luca Diotto
Progetto di allestimento C&CAA Studio – Emilio Cagnotti, Paola Corvetti, Manuela Agostinetti, Luca Bertucci, Fabiana Barbero
Realizzazione allestimento P&PItalia