La stagione d’oro del nostro giornalismo e le “penne” che hanno contraddistinto quest’epoca.
Il Museo civico Pier Alessandro Garda di Ivrea ospiterà la mostra Piccoli tasti, grandi firme. L’epoca d’oro del giornalismo italiano (1950-1990), realizzata dal Comune di Ivrea con il contributo della Fondazione Guelpa di Ivrea. Luigi Mascheroni, curatore della mostra con la collaborazione di Corinna Carbone, racconta la stagione d’oro del nostro giornalismo e le “penne” che hanno contraddistinto quest’epoca.Questo affascinante progetto espositivo propone una pagina particolare della grande tradizione della stampa italiana, e si offre come spunto di riflessione sul presente dell’informazione. La mostra (ri)legge quella che da molti viene considerata - per qualità dell'informazione e della scrittura - la stagione d’oro del nostro giornalismo: un momento storico, al centro del Novecento, che coincide, sovrapponendosi e intrecciandosi, con l’invenzione, la diffusione e il larghissimo uso delle macchine da scrivere portatili Olivetti, e la Lettera 22 in particolare.
Dagli anni Cinquanta alla fine degli Ottanta
É il periodo compreso tra gli anni Cinquanta (il 1950 è l'anno della progettazione della Lettera 22) e la fine degli anni Ottanta - inizio anni Novanta (cioè il momento della graduale introduzione dei personal computer nelle redazioni dei quotidiani). Una stagione che può ancora proporsi come esempio e confronto in un momento come quello attuale in cui il giornalismo della carta stampata vive una crisi profonda: concorrenza dei nuovi media e di Internet in particolare, crollo delle copie per tutti i maggiori quotidiani, allontanamento dei lettori tradizionali, riduzione drastica della pubblicità, perdita di autorevolezza nei confronti del lettore.
Oggi siamo sommersi da notizie, “ultima ora”, commenti, travolti da tweet, fotogallery, video, e sopraffatti da polemiche, scandali, consigli dell’esperto e, anche, fake news. Però – in questo flusso di narrazione ubiqua, anzi di storytelling - rischiamo di perdere un’antica abitudine: il piacere di raccontare (e leggere) le storie, e soprattutto le storie ben scritte.
Il percorso della mostra - che si sviluppa attraverso l'esposizione di materiale molto vario – ci aiuta a ritrovare questo gusto: in mezzo a macchine per scrivere, taccuini, agende, dattiloscritti, pagine di giornale, ritagli, riviste, vignette, disegni, caricature, fotografie e video, si riscopre “il sale del giornalismo”.
Un ringraziamento per la collaborazione all'Archivio Storico Olivetti, All'Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa, agli organizzatori della Grande Invasione e a tutti i prestatori sia pubblici che privati che hanno contribuito alla realizzazione della mostra