La mostra “Simmetrie”, chiamata a inaugurare il Museo Civico “Pier Alessandro Garda”, porta a Ivrea le opere della collezione dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e di collezionisti privati per affiancarle a quelle provenienti dalla collezione Croff, da oggi custodite proprio nel rinnovato museo.
Scontroso e irruente, ma anche generoso, tenerissimo, appassionato e profondo: a venticinque anni dalla morte Pietro Annigoni continua a disturbare la storia dell’arte italiana, con la sua fedeltà alla tradizione pittorica italiana ed europea e con l'imperdonabile “anacronismo” di saper disegnare e dipingere.La mostra “Simmetrie”, chiamata a inaugurare il Museo Civico “Pier Alessandro Garda”, porta a Ivrea le opere della collezione dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze per affiancarle a quelle provenienti dalla collezione Croff, da oggi custodite proprio nel rinnovato museo.
Così, insieme ai celebri ritratti del mendicante detto “Cinciarda” e della “Vecchia del cardo” provenienti dalla collezione Croff, saranno esposti dipinti come il celeberrimo autoritratto del 1940 o “L’Eremita che chiama” del 1950, insieme a due straordinarie opere di collezione privata: “La Tempesta” e “L’interno dello Studio”.
La mostra sarà ospitata al Museo Civico Pier Alessandro Garda fino al 23 marzo e sarà visitabile il sabato e domenica dalle 15,00 alle 19,00 e dal martedì al venerdì dalle 9,00 alle 13,00 (ingresso alla mostra gratuito).
Pietro Annigoni
Nato a Milano il 7 giugno 1910, Pietro Annigoni si trasferisce con la famiglia a Firenze nel 1925, dove comincia a frequentare la Scuola Libera di Nudo dell’Accademia di Belle Arti. Annigoni crea il suo primo importante ciclo decorativo ad affresco nel convento mediceo di San Marco.
Da lì in poi, la pittura a sfondo religioso sarà uno dei temi portanti della sua produzione pittorica, insieme alla ritrattistica e all’incisione. Dal 1949 espone con continuità e successo all’estero, in particolare a Londra, dove nel 1955 esegue il Ritratto della Regina Elisabetta II, che lo rende uno dei più richiesti ritrattisti dell’epoca (tra le tante opere spiccano quelle realizzate per il duca di Edimburgo e la principessa Margaret d’Inghilterra, John Fitzgerald Kennedy e papa Giovanni XXIII).
Nonostante sia ricordato come “il pittore delle regine”, Annigoni amava ritrarre “persone meno agiate”, delle quali riusciva a restituire tanto l’aspetto esteriore quanto quello interiore: esempio è il ritratto di Cinciarda, un barbone che frequentava il suo studio di Firenze.
Tra il 1958 e il 1980 Annigoni è impegnato nella realizzazione di importanti cicli decorativi di tema sacro (fra gli altri quelli per la Chiesa Maggiore dell’Abbazia di Montecassino e per la Basilica di Sant’Antonio a Padova), ma anche di soggetti profani (come L’Arcadia per la Sala del Pontormo a Wethersfield House Amenia, New York).
Circondato da un gruppo scelto di allievi italiani e stranieri, Annigoni dipinge fino alla sua morte, avvenuta a Firenze il 28 ottobre 1988.