Spazio d'identità - Persone, natura e paesaggi di Tullio Alemanni

Da sabato 9 marzo 2019 a sabato 25 maggio 2019

Lun-ven: 9,00-13,00 / Gio: 14,30-18,30 / Sab: 15,00-19,00
Apertura straordinaria la prima domenica di ogni mese dalle ore 15 alle 19

Ingresso
Intero 5 euro
Ridotto 4 euro

Da sabato 9 marzo a sabato 25 maggio sarà dunque possibile ammirare la più ampia retrospettiva mai dedicata al pittore.
La mostra, che rientra nel progetto Sinestesia sostenuto dalla Fondazione CRT, è dedicata all'artista di origini calabresi ed eporediese di adozione e a quattro fotografi che presentano loro personali riletture di alcune opere.

Da sabato 9 marzo a sabato 25 maggio sarà dunque possibile ammirare la più ampia retrospettiva mai dedicata al pittore. Oltre sessanta le opere che si potranno ammirare grazie ad un inedito allestimento a rotazione che prevede l'esposizione fissa di alcune opere e l'alternarsi di tutte le altre in tre diversi momenti espositivi, accompagnati da altrettanti momenti inaugurali: sabato 9 marzo, sabato 13 aprile e sabato 4 maggio, sempre alle ore 17,00.

La genesi della mostra risale al lungo e capillare lavoro di ricognizione e catalogazione eseguito qualche anno fa da Sergio Gatta e Giovanni Venuti, che nel 2017 ha permesso la pubblicazione di un catalogo non esaustivo delle opere di Tullio Alemanni. A partire dal catalogo, si è riusciti a individuare i proprietari, a localizzare le opere e a procedere con le richieste di prestito per la realizzazione di una mostra che è stata ideata, realizzata e curata interamente dallo staff del Museo Garda e dal Direttore, Paola Mantovani.

Grazie a un prestito concesso dalla collezione di Raimondo Mazzola è stato possibile arricchire l'allestimento con alcune cartoline d'epoca che permetteranno di sottolineare il rapporto delle opere di Alemanni con il paesaggio e di metterne in evidenza i cambiamenti identitari e antropici avvenuti nel tempo.

I dipinti di Tullio Alemanni saranno inoltre affiancati dalle installazioni di alcuni fotografi, coinvolti in un dialogo di reinterpretazione e tributo all'opera del pittore in mostra. Si tratta di Mariano Dallago, Mino Di Vita, Alessandro Franzetti e Maurizio Gjivovich. Mariano Dallago presenterà un'opera fotografica realizzata su supporto ceramico e ispirata a un nudo femminile di Alemanni. Mino Di Vita sarà invece presente in mostra con alcuni suoi scatti che riprendono le vedute di Murano e Burano, care al pittore e riprodotte in alcuni suoi quadri. Alessandro Franzetti presenterà i risultati di un lavoro condotto in collaborazione con il personale del Museo Garda, che consiste in una serie di ritratti fotografici realizzati ad alcune persone che in passato vennero scelte come modelli dal pittore. Questo intervento in particolare si prefigura come una ricerca corredata da interviste che hanno permesso di approfondire la conoscenza dell'artista e il suo rapporto più autentico con le persone. Maurizio Gjivovich realizzerà infine alcuni pannelli fotografici dedicati ai visitatori della mostra e alle persone che l'hanno realizzata, creando una galleria di ritratti che entrerà a far parte dell'esposizione durante tutto il periodo della mostra.

Con Spazio d'identità – Persone, natura e paesaggi di Tullio Alemanni, il Museo Garda e la Città di Ivrea rendono un prezioso e dovuto contributo all'opera e alla persona di un artista che con i suoi dipinti ha lasciato una testimonianza radicata su tutto il territorio e poi estesa a livello nazionale e all'estero.

Beata Solitudo


L'arte di Tullio Alemanni si potrebbe circoscrivere in tre "S": serietà, semplicità, solitudine. Ma non quella solitudine che può gravare pesantemente sull'Uomo, bensì la solitudine scelta volontariamente per istinto naturale, la beata solitudo,come stato d'animo superlativo. Come piattaforma estetica per contemplare il mondo e le cose. Piccole e grandi. E infatti Alemanni è un contemplativo.




Tullio Alemanni nasce ad Acquaro, in Calabria, nel 1897. Sotto la guida del padre, medico e scrittore, si apre fin da giovanissimo alla conoscenza della natura e all'amore per l'arte. L'improvvisa perdita del genitore lo lascia in condizioni di necessita. Inizia così gli studi di ragioneria presso il Collegio degli Orfani dei Medici, interrotti nel 1915 con la chiamata alle armi. Completa gli studi di ragioneria a Torino nel 1920, trova un impiego e riprende gli studi d'arte presso l'Accademia Albertina. Nel 1928 abbandona l'impiego e inizia la sua intensa attività artistica, che si svolgerà soprattutto in Piemonte e in Lombardia. Nel 1936 partecipa alla Quadriennale di Torino, ma nel settembre 1939 è richiamato ancora una volta alle armi. Interrompe così forzatamente la sua attività artistica, che riprende nel 1944 cedendo alle insistenze degli amici, con una personale a Biella e poi a Ivrea, dove si stabilirà nel dopoguerra. La buona accoglienza di critica e pubblico lo stimola alla ripresa della sua attività, in un clima culturale e artistico attraversato da idee, tendenze e ispirazioni che non possono lasciarlo indifferente. Nel 1947 presenta una sua personale alla galleria Bolzani di Milano e interviene in altre numerose manifestazioni d'arte. È autore di tele e affreschi di grande respiro per le chiese eporediesi di S. Maurizio, S. Ulderico, S.Lorenzo e, sul territorio, per le chiese di Andrate, Orio, Muriaglio, Lessolo, Fiorano Canavese, Parella,Torre e Traversella. Attivo nella Società Accademica di Storia e Arte Canavesana fin dalla sua fondazione, è stato anche animatore di iniziative benefiche per la San Vincenzo. Oltre che nelle opere in mostra, il talento di Alemanni si può apprezzare visitando la cappella dell’Istituto Salesiano Cardinal Cagliero, dove si possono ammirare l’abside affrescata e le grandi tele alle pareti. Alemanni è anche l'autore dell'affresco che orna il soffitto del Teatro Civico Giacosa di Ivrea.
L'arte è presentazione, nella forma più nobile, del pensiero e dei sentimenti umani. L'uomo nella sua piena libertà esprime se stesso e comunica agli altri il proprio messaggio di vita. Nasce da un amore profondo della vita e si realizza nella sofferenza accettata con umiltà.

Tullio Alemanni